March 2010

Una nuova solitudine

Gli sms, metodo di comunicazione globalizzatoOsservare i ragazzini - e avendone due è facile farlo - ci mostra più di tante ricerche sociologiche certi cambi di gusto o certi comportamenti che ci indicano dove stiamo andando, perché se è vero che oggi i giovani sono una minoranza da loro nascono idee e tendenze frutto della loro freschezza e dei neuroni che girano a mille.
Quando ero ragazzino, tre erano gli strumenti per stare in contatto con i propri amici: il primo, banalmente, era starci assieme; il secondo, quando erano più distanti, era il telefono (superata una certa soglia con il telefono di casa, esistevano i telefoni con gli scatti o a gettone); il terzo - tipo amici del mare - era l'uso delle lettere, che dimostravano finalmente una qual certa utilità dell'aver imparato a scrivere...
Poi, ad un certo punto, mi ero convinto che lo scritto fosse destinato a morire, quando d'improvviso si scoprì che con i telefonini si potevano scrivere gli sms, che risorgeva lo scrivere grazie alla posta elettronica e, più tardi, con le chat e i social network.
Oggi, guardando i comportamenti degli adolescenti, ti accorgi che lo scritto - poi come scrivano è altro discorso - tende persino a sostituire, in certi momenti, la socialità vis à vis, di cui certo non si può fare a meno e pure la telefonata, essendo il messaggino meno costoso.
Il telefonino o il computer appartengono ad una rete davvero fitta come una ragnatela, che può però creare una nuova solitudine.

Il silenzio è d'oro

Uno dei confronti tra Omama e McCarty durante le passate elezioni americaneIn tutti i Paesi del mondo, tranne quelli dove non c'è democrazia tipo Corea del Nord, Cuba ed altri ancora, il sale della democrazia sta oggi nei confronti televisivi fra i candidati alle elezioni.
Non credo che ci sia da stupirsi visto la potenza del medium, che ormai influenza le scelte degli elettori e ci sono casi di scuola studiati all'Università. Chissà che un giorno qualche studente non scriva di una stagione di propaganda televisiva assai interessante anche in Valle a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta.
Oggi il "caso italiano" è notoriamente anomalo, perché Silvio Berlusconi è stato - prima che "Sky" si affermasse - l'unico player privato. Così si è creato un sistema bizantino di controlli - noto come par condicio - che ha lentamente strangolato l'informazione sino a culminare in quest'ultimo silenzio in campo radiotelevisivo paradossalmente sostenuto dalla maggioranza di Governo e va detto che almeno parte dell'opposizione ha inizialmente furbeggiato.
Per cui chi opera nel settore televisivo, oltre a destreggiarsi in controlli per evitare che uno che si intervista sia candidato in chissà quale Comune (varrà anche per "RaiVdA" per le comunali di maggio con migliaia di candidati in campo...), si trova oggi di fonte ad una straordinaria novità nel mondo occidentale: la chiusura delle trasmissioni televisive d'informazione per l'impossibilità di fare informazione.
Sublime!
Penso che anche i "Visitors", gli alieni cattivi che invadono la Terra (ma forse sono già fra di noi e distillano certe perle di saggezza per rendere più rapida la fine dello Stato di diritto), si incuriosiranno per questa invenzione.

Piero Enrietti ci ha lasciati

Piero EnriettiIl giorno in cui si scriverà una storia dell'industria valdostana nel dopoguerra - i nostri storici stentano ad occuparsi della storia contemporanea più recente - un capitolo sarà dedicato alla storia personale di Piero Enrietti (giustamente miglior imprenditore valdostano nel sondaggio di ImpresaVdA nel 2008) e a quella della sua azienda.
Amico di famiglia, facente parte di un gruppo di persone (una "compagnia" di amici) che si frequentavano con allegria e che purtroppo il tempo sta inesorabilmente sfaldando, Enrietti era un imprenditore tenace. Sguardo sornione, tratto decisionista, ma con il cuore d'oro che ha sempre cementato il suo rapporto con i dipendenti quando questi mostravano attaccamento aziendale, Enrietti si è affermato nel mondo con quella caratteristica di inventiva che si accompagnava alla sua grinta d'industriale, che mi pare voglia dire guardare avanti e mai fermarsi.
Quando ero Presidente, ho trattato la chiusura della celebre vendita, che tanto lo aveva assillato, dei terreni vicini alla "Thermoplay" nell'area industriale di Pont-Saint-Martin, indispensabili per la futura e necessaria espansione dell'azienda, che combatte sul mercato internazionale attraverso sofisticati sistemi di stampaggio plastico a caldo.
Con grande semplicità spiegava, assistito dai figli che garantiranno la continuità, che cosa vuol dire per un'azienda valdostana affrontare il mare procelloso della concorrenza internazionale non tradendo le proprie radici locali.
Un ultimo saluto ad un industriale di razza.

Studiare certi cambiamenti

Un centro commercialeA leggere i giornali europei parrebbe che i consumatori stiano virando verso nuovi gusti: gli enormi ipermagazzini, inseriti in vasti centri commerciali, avrebbero stufato. Piace di più - e mi pare di registrare qualche segno anche in Valle - una dimensione meno dispersiva e meno periferica.
Avevo già notato a Parigi la scelta, ma senza inserirla in questo contesto di umanizzazione, di aprire qualche grande magazzino più ovattato e talvolta haut de gamme.
Pare che siano i grandi gruppi a dire che "piccolo è bello", aggiustando strategie di gigantismo all'americana, tra l'altro più vulnerabili di fronte alla crisi, visto che oggi sono più le chiusure che le aperture anche nella media e grande distribuzione.
Vista la crisi del piccolo commercio e queste evoluzioni, sarebbe forse bene che la Regione riprendesse il boccino in mano studiando i cambiamenti e snasando le prospettive. Ogni pianificazione del passato è stata travolta dagli avvenimenti, per cui attrezzarsi non sarebbe male.

Superare il solo "Pil"

Luogo comune vuole che un Pil alto dia benessereQuel che è interessante nella mia esperienza europea (e europeista) è la possibilità, in molte occasioni, di imparare delle cose, spesso su argomenti che paiono distantissimi dalla realtà, ma scavando scopri quanto certi ragionamenti apparentemente astratti incidano in profondità e ci servano anche in Valle per non morire di ordinaria amministrazione.
Pensate al "Prodotto Interno Lordo", che è un vecchio ma sempreverde indicatore di crescita e progresso, di cui noi - per molte ragioni - siamo piuttosto vittime come valdostani nell'assioma "Pil elevato=Bengodi". Spesso il nostro importante "Pil" pro capite è diventato infatti un tormentone in negativo e un suo uso esclusivo è un trappolone in epoca di federalismo fiscale in Italia e anche di redistribuzione futura dei fondi comunitari. 
Eccone una spiegazione sintetica: "La grandezza fondamentale della Macroeconomia è il "Pil". Il "Pil" è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo".
In tutto il mondo, ma l'Europa ci riflette seriamente, si stanno studiando correttivi e addendi che devono consentire di capire davvero che cosa sia la crescita  e come si rifletta sulla qualità della vita dei cittadini e delle comunità. 
Discutendo di statistica, qualche tempo fa, dicevo dell'utilità di avere dati seri e affidabili per decidere settore per settore, ma ciò non significa non sforzarsi nel cercare dati sempre più certi e indicatori davvero affidabili, evitando in particolare un fossato fra l'insieme di dati e la percezione comune. Ricordo sull'euro: le autorità negavano i rincari, noi li subivamo in barba alle certezze dei rilevamenti. Quel che importa è dunque avere quei correttivi che rendano la fotografia chiara e nitida, non sfocata, "Pil" compreso.

Attorno alla patata

Mr. Potato, celebre giocattolo americanoE' vero che gli "Ogm" non possono essere impiantati in Valle, ma  basta un'occhiatina in qualche orto per vedere che forse sono già qui questi prodotti di laboratorio con ortaggi giganteschi, tipo zucche che sembrano una "500" e pomodori oversize.
Per altro - lo dico rispetto alla patata transgenica autorizzata dall'Unione europea (siamo sicuri che questo non caduchi i blocchi della legislazione regionale?) - non ho grandi certezze in merito e invidio chi ce le ha e in Italia il "no" agli "Ogm" è davvero trasversale, anche se basato su una ragione più emotiva che scientifica.
La patata da noi (trifolla o tartifla, quando il francoprovenzale non era vittima degli italianismi) ha avuto una storia difficile: arrivata a metà Settecento portata dalla Francia da un notaio di Châtillon è stata inizialmente avversata, anche dal celebre dottor César Grappein di Cogne che pensava che "risucchiasse" i veleni della terra, per poi diventare un must dell'alimentazione povera ormai assurta a leccornia tradizionale a dimostrazione che le innovazioni un giorno o l'altro possono diventare autoctone più che mai e, come è avvenuto con la "trifolla", sostituire coltivazioni precedenti.
Chi ha in Valle il proprio campo di patate esibisce il prodotto, mentre altrimenti ognuno di noi ha qualche fornitore e naturalmente decanta la bontà di questo tubero - che penso abbia con la "Fontina" la morte sua - che ormai consideriamo alpino in barba all'origine sudamericana.
Un esempio di felice integrazione...

Una malattia che inquieta

Umberto VeronesiCi sono temi più difficili di altri da trattare: penso ai dati da brivido sul numero di tumori e di conseguenza di ammalati con questa patologia in Valle d'Aosta. 
L'altro giorno, una persona mi apostrofava su questo tema quasi a lasciar intendere che dietro questi preoccupanti dati statistici si nascondesse, celata alla popolazione dalle "autorità", chissà quale segreto. Purtroppo non ce ne sono.
Ricordo, qualche anno da, di essere rimasto senza fiato quando - ad una conferenza avvincente ad Aosta - il Professor Umberto Veronesi spiegò come in futuro una persona su due avrà a che fare con questa malattia.
Basta guardare nel cerchio delle proprie conoscenze per verificare quanto questo scenario sia una minaccia reale, anche se oggi sono in molti a guarire e sono lieto che si sia costruita quella Cobaltoterapia ad Aosta che diminuirà le dolorose trasferte fuori Valle.
Talvolta, nell'accogliere la notizia di una persona conosciuta colpita dal cancro, non si può che essere colti da una certa angoscia, come un accerchiamento che inquieta. E, malgrado i progressi della scienza con studi e cure, restano evidenti misteri da svelare sui perché del cancro e cresce l'attesa di soluzioni per capirne le ragioni (credo che si definisca eziologia) e per avere medicine migliori, specie laddove - come purtroppo da noi - vi è una forte incidenza.

Niente decreto, per fortuna (... invece lo hanno fatto!!!)

Il Presidente Napolitano a BruxellesImmagino lo stato d'animo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Reduce da un grande successo personale a Bruxelles dove è stato in visita alle Istituzioni europee, si è dovuto reimmergere ieri sera nella fanghiglia italiana riguardante i pasticci nella presentazione delle liste in Lombardia e Lazio da parte del PdL.
Parlo di "pasticci" non per una logica assolutoria, perché chi ha trafficato malamente con firme, code, listini lo ha fatto senza tener conto delle procedure di legge e le accorate invocazione alla democrazia sono risibili.
Ieri si parlava di decreto legge, bocciato da Napolitano, che non poteva accettare un vero e proprio blitz in barba alla Costituzione che fissa paletti alla decretazione d'urgenza, oltretutto limitata anni fa dalla Corte Costituzionale e ciò ha evitato il vecchio sport nazionale della reiterazione infinita dei decreti legge.
Sembrano tecnicismi, ma questo è sì argomento che delimita gli abusi a tutela delle regole democratiche.
Vedremo ora le prossime puntate: certo i vecchi partiti, meno glamour e patinati, sapevano presentare le liste ed evitare errori puerili, che pare nascondano camarille al limitare della presentazione appunto per lotte intestine fra correnti interne. Facile prevedere, dopo le elezioni, rimescolamenti di carte nel centro-destra con ricadute anche in Valle.

"Sono tutti uguali"

L'intrico di affari - un bel verminaio davvero! - che ruotava attorno ad una parte dell'attività "Grandi eventi" della Protezione civile ha sortito una proposta di inasprimento delle pene per i reati contro la pubblica Amministrazione, anzitutto la corruzione.
Certo per un giudizio completo bisognerà attendere come la legge uscirà alla fine dal Parlamento, ma il tentativo di reagire appare comunque significativo, anche se il PdL ha cercato con questo di evitare di essere punito dagli elettori.

Caleidoscopio 9 marzo

I vigneti di DonnasCome di consueto, vi propongo in breve gli argomenti che verranno trattati, martedì prossimo, nella trasmissione "Caleidoscopio", in onda su "Radio1" alle 12.35 nella programmazione radio di "RaiVdA".
I vini di montagna, la loro evoluzione e il netto miglioramento di qualità: questi alcuni dei temi affrontati con François Stévenin, presidente del "Cervim", l'organismo pubblico che si occupa della viticoltura montana e non solo.
Con Renzo Bionaz del Comitato organizzatore parleremo delle imminenti "Olimpiadi con le stellette", come si definiscono i "Campionati mondiali militari" che si svolgeranno sulle nostre piste, occasione forse per qualche atleta azzurro di riscattarsi dopo Vancouver.
Sentiremo poi, dopo aver recensito di recente il suo ultimo romanzo, del rapporto fra il giornalista Augusto Grandi e la Valle d'Aosta, che frequenta ormai da quarant'anni.
Infine Christian Diémoz recensisce il recente libro su Franz Elter e la sua famiglia: ritratto esemplare di una personalità coraggiosa e multiforme.

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