February 2015

Non datemi un martello

Ma c'è anche chi ne capisce meno di me...Ci sono cose per cui uno è portato ed altre per cui non lo è. Confesso qui la mia invidia e la mia ammirazione per tutti quelli che hanno capacità manuali. Una volta avrei detto per chi abbia dimestichezza con il "bricolage". Parola che nel passato comprendeva "i piccoli lavori eseguiti in casa per hobby o divertimento". Termine preso, armi e bagagli, dal francese "bricolage", derivazione di "bricoler - fare lavoretti", a sua volta legato a "bricole - lavoro di poco conto".
Ma ormai i dizionari dovrebbero aggiornarsi. Basta entrare - e a me, negato nella materia, vengono le vertigini - nei centri specializzati per bricoleurs: trovi dalla vite alla centrale nucleare in comoda scatola per il montaggio. Rispetto alla vecchia ferramenta già ricca di prodotti, ci trovi una gamma inesauribile di cose in vendita, tanto da restarne stupito.

Troppe morti sotto le valanghe

L'avviso dei soccorritori all'opera su una valangaSei morti in Francia nel Queyras e cinque in Svizzera nei Grigioni sono stati i casi più eclatanti della cronaca recente di gruppi investiti dalla valanga, che testimoniano anche in questa stagione invernale uno stillicidio di morti. E va ricordato che solo la velocità dei soccorsi e tecnologie di rilevamento di chi finisce sotto la neve - come l'"Arva" o altre marche commerciali - evitano numeri ancora peggiori. Tocca constatare che i bollettini valanghe sempre più minuziosi e credibili, così come gli appelli alla prudenza circostanziati cadono ancora troppo spesso nel vuoto e leggendo i giornali, nei commenti dopo le tragedie, ci si trova generalmente di solito di fronte ai soliti commenti di amici e parenti. Del genere: «era esperto e prudente, non capiamo cosa sia successo». Questo vale, in special modo, quando a morire sono delle guide alpine e dunque persone che hanno obblighi professionali della massima cautela nell'accompagnamento. Anche se - è bene ricordarlo - il "rischio zero" in montagna non esiste.
A Dicembre l'Accademia della Montagna del Trentino ha organizzato su questa vicenda luttuosa, che continua a colpire, un convegno intitolato in parte provocatoriamente: "Matti per la neve. La percezione e la prevenzione del pericolo da valanga". Trovate le registrazioni degli interventi su questo sito ed è molto interessante.

Mattarella alle Fosse Ardeatine

Trovo che il messaggio dato dal nuovo Presidente, Sergio Matterella, di scegliere le "Fosse Ardeatine" come primo luogo per una visita ancora "ufficiosa", dopo il voto del Parlamento e dei delegati regionali, abbia un grande significato politico. Specie perché, a differenza del suo predecessore, Giorgio Napolitano, il nuovo Capo dello Stato, essendo nato nel 1941, non può avere personale ricordo di quelle tragiche vicende che insanguinarono l’Italia alla fine della Seconda Guerra mondiale.
L'enciclopedia dell'Olocausto, edita anche in una parte in italiano con sede all'"United States Holcaust Memorial Museum" a Washington , racconta in termini molto neutri gli avvenimenti delle Fosse Ardeatine: "Il 23 Marzo 1944 - giorno del 25° anniversario della fondazione del Partito Fascista di Mussolini - diciassette partigiani dei Gruppi d'Azione Patriottica (GAP) guidati da Rosario Bentivegna fecero esplodere un ordigno in via Rasella, a Roma, proprio mentre passava una colonna di militari tedeschi. I partigiani, che erano legati al movimento clandestino comunista italiano, riuscirono poi ad evitare la cattura disperdendosi tra la folla che si era radunata sul luogo dell’'attentato".

Asterix continua a far ridere

Asterix ed Obelix con i romaniIn un pomeriggio domenicale, mi sono ritrovato al cinema a vedere con il più piccolo dei miei figli, il film d'animazione "Asterix e il Regno degli Dei" di Louis Clichy ed Alexandre Astier. Vorrei che in lui si cementasse la certezza che il cinema, con il grande schermo e con la sala al buio, mai sarà sostituito dallo schermo del televisore e dal relativo ambiente casalingo.
Uso l'incipit di una articolo di "Panorama", a firma Simona Santoni, per inquadrare come si situi questa nuova pellicola in una lunga storia: "Nel 1959 Renè Goscinny ed Albert Uderzo hanno creato la striscia a fumetti "Asterix", dando vita a un fenomeno editoriale. A oltre 55 anni di distanza, il guerriero gallico Asterix ed il suo miglior amico Obelix continuano a piacere a grandi e piccini: la serie a fumetti conta 35 albi, tradotti in più di 110 lingue e dialetti, e 335 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Le imprese di Asterix hanno già animato otto cartoon e quattro film con attori in carne e ossa".

Buon lavoro, Signor Presidente

Il Presidente Mattarella durante il suo discorso di insediamento alla CameraHo seguito in televisione il discorso del nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella e mi sono emozionato perché abbiamo passato tanti anni assieme, nel lavoro parlamentare, e vederlo assumere questo ruolo mi colpisce. Ho ritrovato nelle sue parole quella asciuttezza, priva di retorica e di furberie dialettiche, esattamente come l’ho conosciuto. Ogni passaggio attentamente misurato e spoglio, ma in un respiro ampio in cui ha toccato nella mezz'ora che ha occupato (e senza gli applausi sarebbe durato ancora meno) tutti i temi che contano. Direi di aver visto un'aula parlamentare (più delegati regionali ed autorità) che lo interrotto con battimani persino troppo insistenti, come se dovesse ritrovare, nelle idee cardine del suo intervento, quella sicurezza nel ruolo delle Istituzioni, che sembra ormai scemata nell'onda altissima dell'antipolitica, che è in buona parte stata creata proprio dalla cattiva politica.

Essere tappetino

TappetiniA parte la consolazione che un galantuomo sieda al Quirinale, ho l'impressione che sulle vicende politiche nazionali, in epoca di proclamata trasparenza, si è invece in un accrocchio con troppe opacità e molti "pontieri" che sembrano emersi da romanzi d'avventura. Le cronache dei giornali sono piene di retroscena che spesso sembrano inverosimili, fino a poi scoprire che invece si tratta di fatti del tutto concreti. Per cui è bene mai stupirsi. Questo penso non piaccia per nulla al cittadino mediamente informato, che oggi pretende a ragione che certe nebbie si dissolvano.
Ma cerchiamo di prendere le cose con un pizzico di leggerezza. Matteo Renzi dice di «non voler perdere tempo con i partitini», a conclusione proprio della vicenda dell'elezione del Presidente della Repubblica e promette, con metafora automobilistica , di «voler mettere il turbo alle Riforme». Silvio Berlusconi abbozza, dopo la sconfitta per il Quirinale, perché par di capire che il "Patto del Nazareno" - che pare venga letto diversamente dalle parti stipulanti - serve per risolvere alcuni suoi problemi fra beghe giudiziarie e futuro del sistema radiotelevisivo.

Se la riforma è la pietra filosofale

Il prezzemoloOgni epoca ha i suoi "tic" linguistici in politica, che si diffondono come una malattia infettiva. Dall'uso all'abuso il passo è semplice anche per parole in partenza nobilissime. Pensavo in queste ore all'impiego ormai martellante del termine "riforma", che ricorda di fatto nei suo esiti annunciati quello che l'ambrosia era nella mitologia, vale a dire un cibo che assicurava l'immortalità agli dei e agli uomini che la mangiassero. Oppure - per restare ad un esempio classico - alla straordinaria e multiforme pietra filosofale dell'alchimia, compresa la speranza di ottenere oro da un pezzo di ferro.

Non toccate i quattro mori

La bandiera sarda con i quattro moriMi piace molto la Sardegna. Il primo è un motivo paesistico, perché trovo che raramente in una stessa terra ci siano posti straordinariamente diversi, specie se si vuole uscire da certi stereotipi turistici. In quella duplicità fra mare e montagna si gioca una partita significativa, ritrovabile spesso - penso alla Grecia - nell'identità isolana. Il secondo è un motivo culturale: i sardi, che pure hanno una avuto una diaspora in tutti i Continenti, sono fieri della loro cultura e coltivano nella tradizione il loro modo di essere. Poi c'è un aspetto politico: la Sardegna è un'Autonomia speciale, con alcune affinità con la Valle d'Aosta sia nel testo dello Statuto, ma anche alle radici dell'autonomismo con quel sardismo che è stato importante.

Pupazzi di neve

Un pupazzo di neve realizzato dal piccolo AlexisEcco giungere, infine, abbondante la neve, caduta in montagna e in pianura, e diventa di conseguenza il principale argomento di conversazione. Il meteo, oggi allargato ormai a geremiadi sui cambiamenti climatici, penso che sia una delle occasioni di parlarsi fin dai tempi delle caverne. La modernità è rappresentata dall'uso dei telefonini come walkie-talkie con persone, a poche centinaia di metri di distanza, che si chiedono «Com'è lì da voi?», come se uno chiamasse dall'Australia e l'altro fosse in Kirghizistan.
Trovo, a proposito della copiosa nevicata, molto divertente l'idea lanciata dal sindaco di Cuneo, Federico Borgna, che ha chiesto ai bambini della città di riempire di pupazzi di neve la centralissima via Roma. I pupazzi di neve hanno un fascino straordinario, perché sono un legame solido fra adulti e bambini, perché non è così facile farli e perché scopre in noi grandi il loro lato fanciullesco.

Lo scontro fra puntuale e ritardatario

Un orologio ormai inutileSarà pure che ogni tanto si ha la viva impressione che viviamo in un mondo alla rovescia, ma nel marasma, per quel che mi concerne, sento di avere qualche punto fermo da cui non me la sento di deflettere.
È lo scrittore Stefano Benni a tracciare con chiarezza la croce di chi ama la puntualità: "La vita del puntuale è un inferno di solitudini immeritate". Quando sei lì che aspetti e maledici chi non arriva in tempo. Con l'aggravante, talvolta, che chi ritarda si bea di questo suo modo di essere ed esiste persino una lieve presunzione di superiorità o una richiesta di considerazione di questo difettuccio, come se si trattasse di un approccio eccentrico da rispettare, che andrebbe valutato come preziosismo. Per dire che sembri tu il fesso un po' maniaco che fissa l'orologio rispetto, invece, ad un approccio libertario di chi non lo guarda.
Spesso poi il ritardatario, quando non sbandiera un vizio considerandolo virtù, sceglie la strada della bugia. Ricordo un politico valdostano, con cui ci dovevamo vedere, cui telefonai per sapere dove diavolo fosse finito e lui serafico: «Sono in macchina». Menzogna pietosa, visto l'evidente rumore di sottofondo di una doccia che scrosciava...

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