March 2015

Obblighi antineve:la Francia vuol copiare

Uno dei cartelli sulla strada statale 26Quest'inverno sulle Alpi francesi ci sono stati, durante nevicate particolarmente copiose, degli incredibili e colossali ingorghi con migliaia di automezzi e annessi viaggiatori bloccati nella tormenta.
Così il "caso valdostano", ma anche di altre zone alpine e appenniniche italiane, è diventato un punto di riferimento per una discussione che mira a prevedere anche sulla montagna francese, in certi periodi dell'anno, equipaggiamenti antineve obbligatori per auto e camion. Quanto per ora non previsto.
A farlo un simpatico deputato francese, Joël Giraud, amico di lunga data, che così esordisce nella biografia del suo sito: "Député des Hautes-Alpes membre du groupe "Rrdp - Radical Républicain Démocrate et Progressiste". Monsieur Giraud est membre titulaire du Conseil national pour le développement, l'aménagement et la protection de la montagne". Lo conosco da tempo sia per questi interessi per i problemi della montagna che per la vicinanza geografica e culturale.

Cambiare o non cambiare?

Un gruppo di ballerini brasiliani di 'forró'Non sono un grande ballerino, ma devo dire che tanti anni fa in Brasile - esattamente a Fortaleza - passai alcuni giorni in cui mi buttai nella danza. Si trattava del "forró" (con la "R" quasi muta, come avviene anche in francese, tipo "merci"), la danza popolare per eccellenza del nord-est del Brasile, divertente e coinvolgente. Si era creata la situazione giusta!
Ho sempre pensato che la politica abbia qualcosa del ballo, specie nelle alleanze politiche. Se si crea il feeling, con il clima giusto tutto fila liscio, ma se le cose non vanno e mancano simpatia, empatia e ritmo il disastro è evidente e scontenta tutti, soprattutto i ballerini.
Quando capita, non bisogna farne un dramma, meglio lasciar perdere e tocca prenderla con filosofia e senza code polemiche e veleni sparsi. In Valle d'Aosta l'esempio sembra coincidere con l'interpretazione dissonante - come due ballerini che si pestino i piedi - del significato della parola "cambiamento".

Patriottismo e nazionalismo

E' bello seguire la crescita dei propri figli e osservare la formazione della loro personalità e del proprio modo di essere. Credo che lo si debba sempre fare in punta di piedi, sapendo come si debba essere rispettosi delle loro idee, avendo coscienza che sono altri da noi e non esiste un nostro "stampino" su di loro. Ma fa comunque piacere rinvenire in loro qualche elemento di condivisione e, per così dire, di continuità.
L'altro giorno mi è venuto un momento di commozione, quando al rientro da un giro in Emilia, mia figlia Eugénie, all'ingresso della Valle d'Aosta mi ha detto: «Che belle le nostre montagne, mi sono mancate...».

Mercati e commerci

L'interno della 'Boqueria' di BarcellonaHo sempre avuto ammirazione per i protagonisti del commercio ambulante. Quando mi capita, dovunque io sia, amo girare per i mercati all'aperto e nei mercati al coperto, tipo la "Boqueria" di Barcellona, perla dell'alimentare.
Tra l'altro la parola "mercato", di formazione latina di origine indoeuropea, ha avuto gran fortuna, partendo da "mercātu(m) - commercio, traffico; fiera, mercato", derivato di "mercāri - comprare, commerciare". Lo si trova poi nel francese "marché", nello spagnolo e portoghese "mercado", ma vi è anche la pista che dall'alto tedesco "markāt" porta pure al tedesco "markt" e all'inglese "market".
Che sia un luogo esotico o i banchi nella piazza del proprio paese è interessante vedere i prodotti esposti, perché sono un segno evidente di gusti e tendenze. Ho capito di più di certi popoli curiosando in giro per i mercati che su ponderosi trattati sociologici. Esiste qualcosa di molto attrattivo in questo assembramento, che sembra aver resistito più del commercio stanziale agli assalti della grande distribuzione, come se esistesse una componente atavica che fa la differenza. Anzi noto come come ci sia la tendenza in certa grande distribuzione di imitare nelle loro superfici la presenza di mercatini, specie per prodotti del territorio, compresa la vendita diretta da parte dei produttori agricoli.

Dalla Consulta una legnata all'autonomia valdostana

Le bandiere europea, italiana e valdostana davanti Palazzo regionaleMi scuso per la lunghezza e per le citazioni in "giuridichese", ma non posso fare altrimenti di fronte alla brutta la sentenza di questi giorni della Corte Costituzionale sull'ordinamento finanziario della Valle d'Aosta, pronunciata sulla base di ricorsi che la nostra Regione aveva fatto su parte delle manovre finanziarie dello Stato, che colpivano il famoso principio dell'intesa, quando si toccano i principi del riparto fiscale.
Dice la Corte (relatore Aldo Carosi, giudice per nomina della Corte dei Conti e non sembra un caso), affondando la lama: "Occorre considerare che il complessivo concorso delle Regioni a Statuto speciale, così come quello delle Regioni a Statuto ordinario, rientra nella manovra finanziaria che lo Stato italiano, in quanto membro dell'Unione europea, è tenuto ad adottare per dimostrare il rispetto dei vincoli di bilancio previsti o concordati in ambito dell'Unione europea (articolo 126 del "Trattato sul funzionamento dell'Unione europea; articoli 2 e 3 del Protocollo numero 12 sulla procedura per i disavanzi eccessivi). Si tenga, inoltre, conto che con l'introduzione del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche da parte del Regolamento (UE) numero 1175 del 2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2011 che modifica il regolamento (CE) numero 1466 del 1997 del Consiglio del 7 luglio 1997 per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche - cui è conseguita la modifica della legge 31 dicembre 2009, numero 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica) da parte dell'articolo 1 della legge 7 aprile 2011, numero 39 (Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, numero 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri) - è stata anticipata la presentazione e la valutazione dei programmi di stabilità da parte degli Stati membri. Si tratta, quindi, di misure legislative statali direttamente riconducibili agli articoli 11 e 117, primo comma, Costituzione. Considerate, inoltre, le modalità temporali anticipate di quantificazione di detta manovra, non è ipotizzabile che lo Stato possa presentare quella inerente al concorso regionale dopo aver completato il complesso iter di negoziazione con ciascuno degli Enti a Statuto speciale interessati. Conseguentemente, la determinazione unilaterale preventiva appare funzionale alla manovra e, in quanto tale, conforme a Costituzione nei termini appresso specificati relativamente al carattere delle trattative finalizzate all'accordo".
Insomma: con la scusa dell'Europa il principio dell'intesa sfuma.

Le Poste e la montagna

Un'auto delle 'Poste italiane' ad Aosta, in contromanoUna costante per chi si occupi della salvaguardia delle zone di montagna in Italia sono gli uffici postali e il loro destino sempre declinante in barba alle dichiarazioni ufficiali dei vertici. Il punto di partenza è noto. Ne scriveva un'ottima sintesi su "La Stampa", Rosaria Talarico, tre anni fa, quando le "Poste italiane" iniziarono i festeggiamenti per i propri 150 anni: «tutto inizia con le "Regie Poste" nel 1862, istituzione in cui confluiscono le amministrazioni postali degli Stati preunitari. Tre i principi basilari: il concetto di servizio pubblico, l'inviolabilità delle lettere e la tariffa unica, realizzata con l'adozione del francobollo, in base al peso e non alla distanza. Nella nostra Penisola il francobollo venne introdotto nel 1850, mentre nel 1874 nasce in Italia la cartolina postale, seguita dalla cartolina illustrata e pochi anni dopo, nel 1881 è istituito il servizio dei pacchi postali».

La paralisi al Casinò di Saint-Vincent

Uno dei tornei di poker al Casinò di Saint-VincentOsservo da anni ormai, con crescente tristezza e inquietudine, l'andamento del Casinò di Saint-Vincent, che sarebbe meritevole di grandi approfondimenti, non solo giornalistici. Condivido a questo proposito la scelta dell'Union Valdôtaine Progressiste di abbandonare il tavolo della "task force", cioè quel gruppo di lavoro con i capigruppo del Consiglio Valle, che avrebbe dovuto - al capezzale del grande malato - creare una logica super partes a fronte dell'estrema delicatezza della situazione. Ma in questo caso, come più in generale nella medesima filosofia di un ponte su temi decisivi fra maggioranza e opposizione, i conti non sono tornati e anzi il rischio era che questa "task force" (termine militaresco che, per altro, sarebbe meglio evitare) finisse in fondo per essere avvertita come un inciucio che consentisse a chi sbaglia di ottenere una condivisione degli errori compiuti anche con chi, di fatto, nella cabina di comando non ci sta. Una sorta di "effetto Schettino" che finisse per mettere sullo stesso piano chi si trova sulla tolda a decidere le manovre e va a sbattere sullo scoglio all'Isola del Giglio con la nave "Concordia", e chi, invece, si trovasse altrove dentro la nave al momento dell'impatto e venisse accusato, paradossalmente, di condividere le scelte operate da chi comanda. E' bene, invece, anche a futura memoria, si distinguano le responsabilità.

Non esiste la giustizia "fai da te"

Il benzinaio Graziano StacchioNon mi è capitato sinora di scrivere di quella storia emblematica del benzinaio Graziano Stacchio, che qualche tempo fa, a Ponte di Nano nel Vicentino, ha esploso alcuni colpi di fucile contro dei banditi che tentavano di rapinare una gioielleria vicino al suo distributore di benzina. E' stato formalmente indagato per eccesso di difesa perché uno dei banditi, il nomade (constatazione e non definizione xenofoba, ci tengo a chiarirlo subito) 41enne Albano Cassol, è rimasto ucciso nello scontro a fuoco, ma non si sa ancora del tutto se ciò sia avvenuto per i colpi partiti dall'arma di Stacchio o dalle armi dei suoi complici.
Fatto che che Stacchio, ancora in queste ultime ore, è diventato - malgré lui, ma proprio per il valore simbolico dei fatti - esempio di una ribellione dal basso contro l'escalation criminale, che sta sconvolgendo il Veneto e non solo in questi mesi fra macro e micro criminalità...

Auguri alle donne, politicamente corretti...

Il cartello per il parcheggio riservato alle donneE' una professoressa di linguistica, Rita Fresu, ad aver scritto sulla "Treccani" dell'espressione "politically correct". Così spiega: «L'espressione angloamericana "politically correct" (in italiano "politicamente corretto") designa un orientamento ideologico e culturale di estremo rispetto verso tutti, nel quale cioè si evita ogni potenziale offesa verso determinate categorie di persone. Secondo tale orientamento, le opinioni che si esprimono devono apparire esenti, nella forma linguistica e nella sostanza, da pregiudizi razziali, etnici, religiosi, di genere, di età, di orientamento sessuale o relativi a disabilità fisiche o psichiche della persona».
Sulle origini così si precisa: «L'attenzione a tali tematiche ebbe origine negli Stati Uniti d'America, da dove si diffuse nel resto del mondo occidentale. Nata negli ambienti della sinistra negli anni Trenta del Novecento, amplificata dai moti sessantottini e adottata dagli orientamenti liberali e radicali, essa assunse dimensioni significative sul finire degli anni Ottanta, quando diventò una corrente d'opinione basata sul riconoscimento dei diritti delle culture e mirante a sradicare dalle consuetudini linguistiche usi ritenuti offensivi nei confronti di qualsiasi minoranza (fu allora, ad esempio, che "afro-american" sostituì "black", "nigger" e "negro", per designare i "neri d'America")».
In questo filone, giovedì scorso è stato organizzato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, dal titolo "Non siamo così. Donne, parole e immagini". Al centro dell'iniziativa, il linguaggio di genere e la rappresentazione del femminile.
La presidente Boldrini (Nilde Iotti, quando ero presidente di gruppo, preferiva "Il presidente") ha inviato, nell'occasione, una lettera alle deputate ed ai deputati perché negli interventi in Aula sia garantito «il pieno rispetto delle identità di genere».

Nel ricordo di Claudine

Claudine Ottin-PecchioIl giorno della "Festa della Donna" arriva una brutta notizia, di quelle che ti tolgono il fiato, in una mattina già primaverile sul Lago Maggiore. E' mancata, dopo una breve malattia affrontata con coraggio, Claudine Ottin-Pecchio in Viérin, moglie di Dino e madre di Laurent e Nicolas.
Sapevo, purtroppo, che le cose non stavano andando bene, perché sulla sua salute chiedevo notizie ai suoi familiari, miei amici da tanti anni e lo si capiva del peggioramento anche da un commosso post, nelle scorse ore, dello stesso Laurent, che aveva scritto: "Il dolore... Quando vedi soffrire qualcuno che ami e che è parte di te, il dolore che provi non si può descrivere e non ha eguali... Ti senti impotente, dilaniato e annientato da profonde sensazioni di lacerazione... Tutto diventa relativo ed emergono in te, o forse vengono solo riscoperti, i veri valori della vita, che spesso i ritmi frenetici della società in cui viviamo ci fanno purtroppo dimenticare. Vorresti poter fare qualcosa... Vorresti fare di più... Vorresti aver fatto di più... Ma soprattutto vorresti poter alleviare il dolore di chi soffre... prendendo su di te ciò che fa soffrire chi ami...».
Capisco e condivido come certi passaggi della vita siano terribili e dolorosi e a poco valgono le parole consolatorie di fronte al lutto e alla mancanza.

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