La quotidianità è fatta di abitudini che finiscono per essere come comode ciabatte. Ma, quando guardi ai tuoi comportamenti, ti accorgi quanto le cose cambino, perché tu puoi anche stare fermo, ma il mondo gira vorticosamente attorno a te e neppure tu puoi di conseguenza star fermo.
Ed è un bene, a condizione che le nuove abitudini non diventino delle gabbie in cui finisci per essere prigioniero. Fa riflettere Marcelle Auclair: «L'habitude est une forme de l'usure, elle efface les contours de nos plus chères amours, les recouvre d'une poussière sous laquelle nous ne les voyons plus».
Avevo già profetizzato in passato che certe zone della Valle d'Aosta potranno un giorno essere, in termini ufficiali, oasi del silenzio. Esistono località davvero tranquille, fuori dai circuiti turistici più famosi e affollati e assolutamente indicate a corrispondere al desiderio di quiete. In un mondo dove il rumore è una costante, che fa sì che il silenzio finisca per farci quasi impressione, ci sono ormai catene di alberghi del silenzio o luoghi che fanno della tranquillità contro il baccano la loro forza nel nome, di conseguenza, del relax. A me, devo dire, l'idea non dispiace affatto: ha un effetto quasi stordente, in senso positivo, la sensazione di cui si può godere in un bosco nelle prime ore del mattino o steso su di un prato di pascolo ad alta quota.