December 2015

Turchia in Europa? No, grazie

Un panorama di AnkaraBisogna stare con le orecchie ben dritte sul futuro dell'Unione europea, i cui destini oggi paiono abbastanza incerti. La compagine europea sembra essere sempre più scricchiolante e sarebbe bene che i Paesi fondatori battessero un colpo, a costo di differenziare il cammino di chi ci sta ad un'Europa politica e chi si accontenta di accordi solo economici. "Serie A" e "Serie B": triste da dirsi, ma forse è la sola operazione di salvataggio possibile e dove potrebbe classificarsi l'Italia di Matteo Renzi è difficile dirlo.
Ma veniamo al tema scottante di questo ore, il "caso turco". La Turchia ha il tre per cento del suo territorio sul suolo europeo, il resto è in Asia. Questo vuol dire che è un grande e popoloso Paese asiatico (il doppio del territorio italiano e con una decina di milioni di abitanti in più). Perché mai dunque, vista la percentuale esigua sul Vecchio Continente, dovrebbe entrare nell'Unione europea?

Il cimitero della memoria

Don Eraldo SegafredoEsiste ormai nella mia memoria, una specie di "Antologia di Spoon River", evocando appunto una similitudine con la straordinaria raccolta di poesie che il poeta statunitense Edgar Lee Masters pubblicò una ad una il 1914 e il 1915 sul "Mirror di Saint Louis" in Missouri. Fu questo un libro, comprato da mio papà e presente nella biblioteca di casa, che mi colpì da ragazzino, anche se in verità - tornato nelle mia mani di recente per una rilettura - ha ben diverso sapore se letto in età adulta, quando gli anni della vita iniziano a diventare come sabbia in una clessidra che si sta svuotando con maggior rapidità.
Ogni poesia di quella raccolta racconta, in prima persona con la testimonianza del defunto, la vita di una delle persone sepolte - con i loro chiari e i loro scuri - nel cimitero di un immaginario paesino del Midwest statunitense.

Natale e culture

Un simpatico calendario dell'AvventoE' vero che la simbolistica del Natale è un "patchwork" (in italiano sarebbe "lavoro con le pezze"), cioè un manufatto che consiste nell'unione, tramite cucitura, di diverse parti di tessuto. Sacro e profano, cristiano e pagano, consumistico ed affettivo si incrociano in qualcosa di inestricabile, che poi rende affascinante questo miscuglio e interessante pure risalire, radice per radice, alle ragioni profonde di certi usi e costumi.
E come tutto anche il Natale con i suoi annessi e connessi muta nel tempo, inteso come passare dei secoli e degli anni, e poi - nell'orizzonte più limitato della nostra vita - cambia lo scenario a seconda dell'età.

Lavazza se ne va fra indignazione e rimpianti

Il pubblico presente al Consiglio comunale straordinario a VerrèsLa crisi industriale morde in Valle d'Aosta e non accenna a fermarsi con un impoverimento dell'economia locale e lo svuotamento occupazionale in un settore cruciale. E sarà bene anche vigilare su certi accordi recenti, valutando la solidità patrimoniale delle aziende prescelte e bisogna che i conti tornino nel "do ut des" fra posti di lavoro e finanziamenti pubblici.
Ho partecipato ieri sera fra il pubblico al Consiglio comunale di Verrès, il mio paese di origine, dove - vicenda non nuova nella storia industriale del paese - si discuteva della chiusura repentina di uno stabilimento, in questo caso della "Lavazza", azienda del grande gruppo nel settore del caffè, funzionante da oltre venticinque anni.

Le chances turistiche per le Alpi

La seggiovia di CerviniaSarà interessante ed anche istruttivo vedere, specie nel periodo natalizio e invocando la neve naturale, l'impatto sul turismo invernale alpino delle delicate vicende internazionali. Non è la prima volta che avviene che vicende globali si riverberino sulle scelte di chi va in vacanza, ma certo in questa occasione il livello d'incandescenza di certe zone a rischio del mondo rende la meta domestica o quella ritenuta ben più tranquilla come un'opzione consigliabile. E oggettivamente le Alpi, pur nella diversità delle destinazioni lungo i suoi 1.200 chilometri di lunghezza, credo possano essere considerate frequentabili senza "patemi d'animo" o particolari cautele e con questo quadro non è cosa di poco conto.

Saint-Pierre ed il centro di accoglienza governativo

L'ingresso, sventrato, dell'ex hotel 'Lanterna' di Saint-PierreQuella dell'albergo "Lanterna" di Saint-Pierre è una esemplare storia "all'italiana", di quelle in cui sfuggono le risposte a certi perché. Cominciando dalle ragioni dell'acquisto di questo bene, comprato da privati dal Ministero dell'Interno, per farne prima un immobile inutilizzato e poi un rudere degradato da teppisti e spogliato da ladri di qualunque cosa di utile ci fosse da portare via. Da Statuto di autonomia valdostano (articolo 5 primo comma), essendo un edificio statale in evidente disuso, l'immobile sarebbe dovuto transitare - ho seguito il dossier in epoche diverse - alla nostra Regione, ma il Viminale si è battuto davanti a tutte le giurisdizioni per tenere questa struttura, intanto vittima di incuria. Ma il fabbricato era per Roma una questione di principio o, più prosaicamente, scocciava che il bene passasse ad una Regione autonoma...

Alle regionali francesi deborda il Front National

Marine e Marion Le PenOvvio che mi occupi oggi del primo turno delle elezioni regionali in Francia, atteso appuntamento elettorale, perché importante per le future e decisive presidenziali francesi previste per il 2017. Ma ciò indica un vento che soffia in Europa, dalle molte e contraddittorie caratteristiche e quella principale, assai istruttiva, è la crisi dei partiti tradizionali, cui si accompagna l'inquietante affermarsi di partiti personalisti e pure a gestione familiare...
Malgrado alcuni giornali francesi oggi titolino "Le choc", nessuno in può dirsi davvero stupito dell'esito del Front National quale primo partito come dato nazionale e dell'accoppiata Le Pen: zia Marine, che spopola al Nord, e la giovane nipote Marion, che troneggia in quella Provence-Alpes-Côte d'Azur, che appartiene all'Euroregione "Alp-Med", di cui fa parte anche la Valle d'Aosta.

Sulle tracce del Natale

La mascotte 'Prezzemolo' in versione natalizia all'ingresso di 'Gardaland'Ah! Tocca muoversi sulle tracce del Natale. Lo si deve fare sia per assecondare i nostri bambini, ma anche per soddisfare il nostro "spirito del Natale", come lo ha chiamato Charles Dickens per evocare il rischio che ci si allontani dal significato simbolico di questa festività. Poi, invecchiando, penso che si guardino certe cose con meno cinismo e quindi si evita il gioco dell'anticonformismo, pur sapendo bene che esistono tanti se e ma. Però, chissenefrega, avendo una vita sola.
Così ho miei rituali: uno di questi è un giretto ai mercatini di Natale di una delle città simbolo della "nostra" République du Mont Blanc, Annecy ed il suo lago. E' ormai un'abitudine rassicurante, anche se in effetti il mercatino che ho vissuto con maggior intensità, quando ero parlamentare europeo, è stato quello di Strasburgo, che appartiene alla stirpe dei fondatori di questa usanza prenatalizia e lo si avverte girando per quelle strade del centro di una delle città simbolo dell'Europa.

Gli astensionisti,primo partito in Francia

La 'carte electorale' franceseLa Francia sta diventando un laboratorio politico da seguire con attenzione, perché ho l'impressione che si stia giocando una partita significativa per tutti e non solo per i francesi implicati per primi.
I fatti più recenti sono limpidi: si afferma alle elezioni regionali (paradosso per dei nazionalisti duri e puri...) la grande marea nera del "lepenismo" e gli editorialisti dei principali giornali si sono scatenati nelle analisi le più varie al capezzale della "République". Ho già scritto che il grande stupore è piuttosto artificioso, perché che l'ondata stessa arrivando era ben visibile. Io stesso più volte ho scherzato con amici francesi - alcuni pure politici importanti - sulla palude della Quinta Repubblica, nata dalla riforma costituzionale del 1958 (caspita, la mia stessa età!).

Il passaggio da un secolo all'altro

Siamo parte di un flusso, che prevede un nostro passaggio, che è fatto dalla grande Storia che ci sovrasta e che si interseca con la storia dei popoli e anche delle famiglie.
Mi spiace molto che mio nonno, René Caveri, sia morto dieci anni prima che io nascessi e dunque che potessi conoscerlo. Di lui ho solo visto delle fotografie, compresa una con Benito Mussolini, quando era Prefetto di Rovigo. Classe 1866, dopo una brillante carriera di funzionario dello Stato, era stato posto in pensione anticipata per ordine pare del Duce in persona perché - questa la sostanza - in dissenso con il regime per le sue idee antifasciste, ben note anche ad Emile Chanoux che ne parla nei suoi scritti. Fu amministratore dell'Ospedale Mauriziano di Aosta e il vecchio aostano Laurent Ferretti mi raccontò che i commercianti del Borgo regolavano l'ora della sua uscita di casa in via sant'Anselmo per la cronometrica precisione.
Il suo testamento è un esempio di affetto e di razionalità.
Mi sarebbe piaciuto conoscerlo per capire che cosa pensasse - da uomo colto, come risulta dalle letture della sua biblioteca spesso con appunti - del vivere a cavallo fra due secoli, come capitò a lui e capita oggi a me.

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