Per ricordare l'opzione federalista

Luis Durnwalder con un altoatesino in abiti tradizionaliConosco bene e da tanti anni l’inossidabile Presidente della Provincia autonoma Alto Adige - Südtirol, Luis Durnwalder, che di recente – in merito ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia – ha detto: «noi abbiamo un'altra storia. Siamo una minoranza austriaca che vive in Italia»', giustificando la sua mancata partecipazione a cerimonie ufficiali.
Oggi a "Radio 24" ha aggiunto: «nel 1919 non abbiamo scelto liberamente lo Stato italiano ma siamo stati staccati dall'Austria a cui eravamo uniti da oltre mille anni. Da allora abbiamo sofferto moltissimo, molti dei nostri genitori hanno passato anni in carcere solo perché volevano parlare in tedesco e volevano vivere la propria cultura».
Ha continuato Durnwalder: «l'autonomia non è un regalo. Nel 1945 abbiamo chiesto l'autodeterminazione, lo Stato italiano avrebbe potuto darci tranquillamente questo diritto per farci decidere se volevamo tornare sotto l'Austria. Lo Stato avrebbe potuto rinunciare a questo territorio, non l'ha fatto e perciò ha ricevuto questo territorio con l'aggravio dell'autonomia legislativa ed amministrativa».
A chi grida allo scandalo, c'è da dire che quel che è stato detto è storicamente ineccepibile. I valdostani, a loro differenza, hanno seguito l'avventura dei Savoia alla "conquista" dell'Italia, rivendicando con l'Italia, come avevano sempre fatto con gli stessi Savoia, le ragioni del loro particolarismo, accentuatesi con la perdita nel 1860 dei "cugini" della Savoia, annessi alla Francia. Cosa sia avvenuto con l'Italia liberale e poi con il fascismo è stata un'evidente prevaricazione con punte violente e vessatorie proprio con la dittatura fascista.
Anche nel nostro caso l'autonomia non è un regalo ma un insieme di diritti "costituzionalizzati" nello Statuto per tutta una serie di ragioni che non sto qui ad elencare. Partecipare a qualunque tipo di festeggiamento ha senso dunque per capire meglio la nostra storia e, per quel che mi riguarda, nella logica di giuramento di fedeltà alla Costituzione e allo Statuto, per rimarcare come l'opzione federalista (quella vera e non i "tarocchi"), nel passato come oggi, sia l'unica vera alternativa ad un traballante Stato unitario.
Altrimenti ci sarebbe poco da festeggiare.

Commenti

Luis Durnwalder...

questa vicenda è stata la molla per scrivere questo pezzo

Dopo aver...

una volta tanto, ascoltato con un minimo di attenzione anche la parte politica del radiogiornale "Rai", dopo aver sentito l'evoluzione del "caso Ruby" (ancora!), dopo aver udito il pensiero di Pierluigi Bersani (ma non ha usato le stesse identiche parole anche l'altro giorno? «Berlusconi se ne deve andaaaare»), dopo aver udito la "stoccatina finale" con frase ad effetto di Antonio Di Pietro (ma perché finiscono i servizi sempre con la sua opinione?), dopo tutto questo "potpourri" di sugose novità... ho sentito un servizio dove si faceva polemica se era il caso o no di stare a casa il 17 marzo.
Alcuni politici ed esponenti di "Confindustria" dicono «no, non possiamo far perdere alle aziende mille miliardi di miliardi di euro», altri dicono «lassa fotte... festeggiamo e stiamo a casa, d'altronde i 150 anni capitano una volta sola» (come i 151 e i 152...). Intanto i presidi sono "nelle canne", perché già avevano deliberato la chiusura delle scuole (ma quante volte all'anno chiudono 'ste scuole? Feste di Natale, Sant'Orso, Carnevale, Vacanze di Pasqua, ponticelli vari più una manciata di scioperini per solidarizzare con i colleghi nazionali).
A proposito! L'altro giorno mia moglie mi ha mostrato un volantino dove gli insegnanti scrivevano: "Noi in Valle d'Aosta stiamo bene, ma dato che i nostri colleghi nazionali stanno peggiorando le loro condizioni (precariato, e "razzi mazzi"), allora per solidarietà con loro abbiamo deciso di non portare i vostri bambini in gita scolastica". Che c'azzecca?
Torniamo nei ranghi, altrimenti non finisco più... Luis Durnwalder ha le sue ragioni (culturali e altro) per dire ciò in questo periodo. Di certo con l'autonomia non se la passano troppo male i sudtirolesi, così come noi, per fortuna. Avverto una certa analogia tra la meteo di questi periodi e la situazione politica nazionale. Non vedo l'ora che arrivi un po' di aria fresca, dopo tutta questa stagnazione...

Ci vorrebbe una bella pioggia...

e neve fresca in alto. L'aria è in effetti mefitica.
Mi intrattengo solo su uno dei punti da trattati: la gita scolastica, diventata simbolo per gli insegnanti della Valle per compartecipare alle proteste nazionali.
Per me è un grave errore: la gita scolastica è un momento essenziale nella formazione della personalità dei nostri figli. Si poteva scegliere altro per esprimere i "no" a certe riforme della Gelmini.
Giù le mani dalle gite!

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