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27 mar 2012

Il detto e non detto della comunicazione

di Luciano Caveri

Quando ho cominciato ad avere un mio sito web, ormai una dozzina di anni fa, ero parlamentare europeo. Ero rimasto colpito dalla scelta che già allora, con i mezzi dell'epoca, era stata fatta dalle istituzioni comunitarie di avere trasparenza e accessibilità sulla Rete. Un segno di civiltà e di democrazia, che alcuni colleghi, cui rubai l'idea, avevano cominciato ad usare per propri profili personali e per l'interazione con i cittadini. Oggi quel mondo, al tempo ancora balbettante, si e sviluppato a dismisura e solo una pattuglia di simil-luddisti può pensare di fare a meno delle plurime e dialoganti tecnologie dell'informazione, il cui uso dev'essere intelligente ma farne a meno sarebbe impensabile. Non a caso ho sempre spinto in Regione su processi di trasferimento in Rete di quanto utile e necessario (per questo mi spiace della morte, nel nuovo organigramma di organizzazione regionale, del "DSI - Dipartimento sviluppo e innovazione"). Riflettevo sull'importanza delle tecnologie, guardando ad esempio il sito della "Chambre" valdostana. Cosa dovrebbe risultare sul sito? Da una parte, visto che, in primis, il compito istituzionale è semplificare la vita degli imprenditori, è a loro che bisognerebbe indirizzarsi con modulistica e materiale utile, magari consentendo l'accesso a aree riservate. Date un'occhiata e sarete delusi e, più di voi, dovrebbero essere deluse le imprese che versano i diritti camerali, che annoverano tra l'altro società esperte di nuove tecnologie, che potrebbero, se richiesto, offrire soluzioni innovative. Vi è poi, d'altra parte, l'aspetto di informazione al pubblico, che continua ad essere latitante, nonostante la creazione dell'ufficio stampa dell'ente. I comunicati hanno cadenza quindicinale, se non addirittura mensile e, anche volendo pensare male, mi rifiuto di credere che la "Chambre" sia così statica da non aver nulla da dire. Se così fosse, non si potrebbe difenderla dalle richieste dei molti che vorrebbero discutere la sua stessa esistenza, visto che dal 1946, per oltre mezzo secolo, la Camera in Valle non c'è stata. La comunicazione è sinonimo di trasparenza ed è inevitabile che qualora essa latiti o possa essere considerata artefatta, sorgano dubbi e congetture. Perché, ad esempio, per scoprire che era vacante il posto di Segretario Generale, bisognava esplorare le sezioni più recondite del sito? Sicuramente c'è una logica per tutto, basterebbe saperla comunicare...