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07 giu 2012

Il ritorno dell'estate

di Luciano Caveri

Il turismo montano per eccellenza sulle Alpi, per una ragione storica e anche di intuizioni strategiche per far combaciare domanda e offerta, è quello svizzero. Per questo noi valdostani dobbiamo guardare con grande interesse alle scelte oltralpe per evitare di fare "quelli che scoprono l'acqua calda". Sapendo che chiudersi nel proprio guscio, senza guardare e comparare le scelte altrui, sarebbe un errore madornale. Leggevo su Romandie.com il seguente brano di un articolo: "La saison estivale constitue l'avenir du tourisme suisse - estime Jürg Schmid, directeur de Suisse Tourisme - c'est la réalité. La concurrence s'accroît dans les destinations d'hiver, car la population vieillit et skie moins". Aggiunge ancora l'articolo che mostra come certe idee non derivino da intuizioni più o meno buone, ma da analisi frutto di studi: "Schmid fonde son analyse sur le fait que les marchés en croissance pour la Suisse (Chine, Inde et Brésil) sont des marchés d'été. Fort de ce constat, Suisse Tourisme consacrera 65 pour cent de ses dépenses l'an prochain à promouvoir les vacances d'été. "Ce qui ne veut pas dire que l'on ne croit plus à l'hiver. Mais nous devons regagner le terrain perdu en été. Le tourisme en Suisse est d'ailleurs né en été". Interessante questo ricordo che evoca gli albori dell'alpinismo e del termalismo, che ha preceduto il boom della vacanza sulla neve, che ha spostato l'asse sulla stagione della neve. L'andamento  non è dei migliori e per questo si parla di "un moment difficile pour le secteur" con analisi sulla riduzione degli incassi degli impianti di risalita e con alberghi considerati troppo piccoli per essere competitivi. E come non ricordare gli elementi problematici come i cambiamenti climatici, che penalizzano l'innevamento naturale e artificiale. Per una questione di età ho ancora precisa memoria di quando il turismo montano era la villeggiatura estiva, prima che negli anni Settanta si manifestasse in Valle quel cambiamento che permise il sorpasso dell'inverno sull'estate. Oggi gli svizzeri ipotizzano uno scenario nuovo e che questa ipotesi diventi anche da noi un argomento di discussione sarebbe un bene, perché il turismo resta per le Alpi un settore economico fondamentale.