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02 lug 2013

Da Imperia al "Med"

di Luciano Caveri

Sarà sbagliato ed incomprensibile, in particolare per chi ami vivere guardando al passato, ma raramente torno nei luoghi di divertimento della mia giovinezza. Per il mare questo significa per me Imperia, la città della "Riviera di Ponente" dove è nata mia madre, che è la sommatoria, voluta da Benito Mussolini, di due cittadine piuttosto diverse, Oneglia che era piena d'industrie e con un porto commerciale e quel tipico borgo marinaresco, che è Porto Maurizio con una bella spiaggia sabbiosa. Ho passato, da neonato sino ai vent'anni, delle lunghe e indimenticabili estati, così belle da convincermi che fugaci ritorni, per vacanze brevi come quelle consentite dal lavoro, mi sarebbero andati stretti con il rischio, invecchiando, di un triste "come eravamo". Mentre io il "come eravamo" ce l'ho scolpito in ogni istante nella mia memoria, pronto per essere riesumato per farmi compagnia. Questo vale anche per alcune vacanze degli anni Ottanta, in diversi "Club Méditerranée", quando il "Med" (come si accorciava con evidente gusto francese e la lingua ufficiale era proprio il francese) era una marca associata a gran divertimento e a un anticonformismo nel binomio fra "G.O." ("Gentils Organisateurs", cioè gli animatori) e i "G.M." ("Gentils Membres", cioè i clienti). Sarà il clima di quegli anni, i ricordi di quell'età, la voglia di vivere, ma si creava davvero una magia straordinaria e si ripartiva dai soggiorni con amicizie, promesse d'amore e i lucciconi. Quest'anno, ma mi era già capitato in un recente passato, sono stato di nuovo in un "Med", l'unico estivo rimasto aperto in Italia, in Sicilia. Ricordo in pillole che dal grande patron Gilbert Trigano, con la nascita negli anni Cinquanta, si passò alla famiglia Agnelli e da parlamentare europeo conobbi l'amministratore delegato dell'epoca Henri Giscard d'Estaing, che diversificò il Gruppo, poi acquisito dalla multinazionale "Accor". Oggi - fatto la tara dell'età e delle esigenze diverse - non si può che constatare che tutto è cambiato e chi dovesse ricercare tracce del "dna" del vecchio e glorioso Club andrebbe deluso, perché tutto è standardizzato e senza quel "certo non so che", marchio di fabbrica che consentiva di scegliere il "Med" per quanto riusciva ad esprimere di diverso rispetto al turismo di massa. Così non è più, dimostrazione che non bisogna mai tornare sul "luogo del delitto", riferendosi scherzosamente ai propri luoghi di vacanza del tempo che fu. Cambiare è necessario e rimpiangere un esercizio ozioso.