Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
03 lug 2014

L'incidenza dei tumori in Valle d'Aosta

di Luciano Caveri

Basta una cartina, divisa per le venti Regioni, come quelle dell'Italia appese ai muri ai tempi delle elementari, perché il tema risulti nella sua evidenza macroscopica, anche se - come sempre - quando si ha a che fare con la statistica in un campione piccolo bisogna essere cauti. Comunque sia, la principale causa di morte in Valle d'Aosta, unico caso, sono i tumori, mentre per tutti gli altri sono le malattie dell'apparato circolatorio, che comprendono tutti i problemi cardiaci. In Valle, così hanno scritto diverse testate, il dato dei tumori è eclatante: ne risulta colpito un valdostano su venticinque. Se ho ben capito sono circa 5.500 le persone con questa malattia, con un incremento annuo di settecento persone, con una mortalità di queste persone di circa trecento pazienti. I cancri più sono, come in Italia, al seno per le donne e alla prostata per gli uomini, ma ci sono poi - a causa delle cattive abitudini alimentari, specie l'alcool, e del fumo che ha ancora un forte consumo - alcuni cancri in misura superiore alle altre Regioni.

Il dato della diffusione della malattia è stabile a dispetto del l'impressione popolare, ma si sa che intanto è cresciuta la possibilità di vivere di più o di non lasciarci le penne (il cinquanta per cento dei malati esce dalla malattia, pur mantenendo i controlli). Così sui "social" si sono diffusi i commenti e anche alcune dietrologie, tipo l'interrogativo su quale ruolo abbia avuto l'azienda siderurgica "Cogne" o l'esito di fughe radioattive come "Chernobyl" o le vicine centrali nucleari francesi. Ognuno, purtroppo, ha un'ampia casistica tra parenti e amici con casi commoventi, come tumori sui bambini. Ricordo il grande Umberto Veronesi che spiegava come si arriverà un giorno al fatto che una persona su due possa essere interessata da un tumore. E ricordo la sua fiducia nel miglioramento di cure e prevenzione (io ho appena partecipato allo "screening" che si fa in Valle per il cancro al colon), ma anche le grandi speranze che la scienza medica un giorno o l'altro riesca a svelare l'esatta ragione del cancro, trovando contromisure per debellarlo. Certo oggi tutti viviamo con la paura e ci figuriamo scenari personali e reazioni ad un'eventuale riscontro di questa malattia, che è una "spada di Damocle" sulla testa di ciascuno di noi, proprio perché mancano dei pezzi decisivi per svelarne le ragioni e avere cure sempre risolutive. Alla luce del dato della diffusione della malattia, credo che si debba davvero ragionare su uno studio epidemiologico che ci permetta di meglio scoprire, perché appunto pare che ci siano, quelle particolarità territoriali, ambientali e genetiche che portano ad un'incidenza così forte per rafforzare ancora di più le già meritevoli campagne di massa di prevenzione rispetto al primo insorgere della malattia. Personalmente non inseguo i complottismi, tipo il classico discorso delle case farmaceutiche che rallentano le ricerche per i guadagni che la vendita di certi farmaci anticancro oggi permettono, ma credo che sforzi più forti vadano fatti per supportare le équipes che in tutto il mondo studiano e investigano su questa malattia poliforme e minacciosa. Un giorno verrà e auguriamoci il più in fretta possibile per eliminare questa terribile roulette russa.