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31 ago 2014

Nuvole scure all'orizzonte

di Luciano Caveri

Si sentono già da distante i rulli di tamburo, accompagnati dalle solite anticipazioni, fatte da fughe di notizie ancora generiche ma propedeutiche, che servono cioè a preparare il terreno. Caso di scuola sono le "rivelazioni" sulle Partecipate, vasto terreno di coltura anche in Valle d'Aosta, dove sarebbe stato bene riformare quando c'erano sul tema le prime avvisaglie, senza doverlo fare - come avverrà tra poco - con il coltello alla gola. Per il Casinò di Saint-Vincent in particolare bastava un minimo di buonsenso per andare ad un cambiamento radicale, prima che l'indebitamento record saltasse all'occhio pure di Carlo Cottarelli, "Mister spending review". Ci sono, comunque la si metta, ulteriori tagli in arrivo: meglio saperlo e non fare finta di niente. Non bisogna essere, infatti, degli indovini per capire che nuove misure draconiane incombono sulla nostra autonomia speciale, anche se solo nelle prossime ore si capirà bene in che modo si concretizzeranno e attraverso quali nuove astuzie. I conti pubblici non vanno bene e così, con un metodo ormai ben oleato, il sistema autonomistico è diventato ormai il "bancomat" dello Stato, che preleva a seconda delle necessità. Quando c'è bisogno, in barba al rispetto dei ruoli nel quadro della stessa Repubblica, da Roma prendono forbici e ramazza e ci danno dentro, spacciando l'operazione come potatura del superfluo e come ripulitura da sacche di privilegio. Questo appunto avviene nel nome della lotta agli "sprechi", della razionalizzazione della spesa pubblica e del rientro dal deficit (che lo Stato continua bellamente ad alimentare) e dunque la reazione dovrebbe essere: «Zitto e mosca!». Non sono bastate le sentenze favorevoli - non tutte, purtroppo - a difesa degli ordinamenti finanziari delle Speciali, perché dal centro si prosegue nello sbancamento delle autonomie come la grazia di un bulldozer e da parte di chi è aggredito pare non esserci una vera reazione politica. Lo stesso Parlamento, che è diventato una fotocopiatrice dei decreti legge su cui viene posta la ghigliottina della fiducia, "prende e porta a casa" e questo va considerato oggettivamente come un fatto negativo, premessa a un possibile monocameralismo attraverso la famosa riforma costituzionale con decreto legge incorporato. Manca in sostanza il rispetto di un principio fondamentale, quello della leale collaborazione, che dovrebbe coinvolgere tutti in un disegno ben definito e frutto del dialogo, alla ricerca del punto di equilibrio fra le diverse posizioni e gli interessi in gioco. Stupisce che questo non avvenga e che si aspetti che i provvedimenti vengano varati dal centro per "capire l'effetto che fa" rispetto all'impatto sulle finanze regionali. Così il principio dell'intesa, a salvaguardia dell'ordinamento finanziario, è saltato e non si capisce quale possa essere il vantaggio di fare finta di niente, affidandosi al solo contenzioso costituzionale come unica arma di protesta. La politica deve tornare ad avere un ruolo che ha perduto con una presenza a Roma ormai fantasmatica e incolore. Un fatto è ormai certo: la speranza di reali attenuazioni del "Patto di stabilità" sul sistema delle autonomie è una mera illusione. Ogni tanto se ne parla, ma poi quel che contano non sono le promesse ma i fatti e quelli non si vedono. La logica della continua rosicatura ("grignotage") dell'ordinamento finanziario con i vari strumenti possibili ricade non in maniera astratta, ma ha conseguenze dirette sul funzionamento di poteri e competenze regionali. I contraccolpi impattano a pioggia sulla comunità e sui cittadini. E quel che è grave, come dicevo, è l'assenza di un disegno chiaro, di uno studio degli impatti delle decisione assunte. Si usano logiche indiscriminate, basate sulla sola filosofia del taglio continuo e ripetuto, che risulta sempre più penalizzante per la Valle d'Aosta rispetto alle altre Speciali. Una situazione inaccettabile e sempre più lesiva, rispetto alla quale l'accettazione della situazione e delle sue conseguenze è un «signorsì» che non può reggere, sono saldi di fine stagione che impoveriscono e preoccupano. Perché, così facendo, si svuota l'autonomia speciale, che alla fine sarà come una conchiglia vuota e consunta. Per quel che mi riguarda, meglio non arrivare lì e darsi una scossa. Com'era? «Les montagnards sont là...».