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27 gen 2015

Sul Blog del Blog

di Luciano Caveri

Ogni tanto mi interrogo o mi interrogano su che cosa sia, alla fine, questo spazio. Bella domanda, in effetti. Per tanti anni è stato un "ponte" fra le mie attività di eletto e le persone che fossero interessate a capire che cosa facessi o come la pensassi. Rientrava, dunque, in quella logica di trasparenza e di interazione che sono insiti nei sistemi democratici rappresentativi e l'ho sempre fatto con impegno e senza peli sulla lingua e prima di Internet usavo la carta stampata e persino appositi opuscoli informativi. Agevolato, certo, dal mio lavoro vero, quello di giornalista professionista. Bisogna sempre diffidare della politica delle stanze occulte e dei troppi silenzi, perché è lì che spesso si cucinano pietanze velenose. La riservatezza esiste anche in politica in certi momenti e gli streaming, costi quel che costi, spesso fanno solo sorridere, ma all'opposto troppi cunicoli sotterranei trasformano gli esseri umani in talpe ed è meglio evitare che questo avvenga.

Così come va detto che scrivere su tanti argomenti comporta per lo fa un rischio: "scripta manent, verba volant", dicevano i latini. Per cui chi scrive alla luce del sole si espone, mentre chi non lo fa gode del vantaggio del dubbio e dell'ombra. Mai nessuno potrà, ad esempio, rimproverare a chi non si esprime di aver cambiato idea su qualcosa e si sa che «solo i cretini non cambiano mai idea» (pare che la frase sia ascrivibile a Winston Churchill). Oggi direi che è più difficile avere una catalogazione di che cosa sia questa cosa che state leggendo. Direi che sono un "blogger" e cioè il gestore di un "blog", che da vocabolario suona come "sito Internet nel quale l’autore tiene una sorta di giornale personale, trattando argomenti di suo interesse e invitando i visitatori a commentarli". So bene che dopo tanti anni il mio Blog è mutato nella sua sostanza e sono pressoché finiti i commenti sottostanti, che hanno avuto un'epoca d'oro di grande vivacità. Oggi i commenti si sono spostati su "Twitter" su cui, come vedete qui a fianco, scrivo con una certa continuità e in una logica di link che si è rivelata interessante. La cosa curiosa è che il Blog tradizionale che sembrava soppiantato dai "social" (io su "Facebook" non ci sono e confesso di essere riluttante ad entrarci) oggi è un fenomeno - lo dicono gli esperti - che torna in auge. Anche se, prima o poi, per questo mio spazio, ormai vagamente vintage, ci vorrà una salutare cura di ammodernamento. Per altro, resto convinto, nel mio caso, che siti come questo siano un nuovo orizzonte del giornalismo. Per questo cerco di annotare, finché ne avrò voglia e spunti per farlo quotidianamente, argomenti che possano essere interessanti e non riportabili - questo mi pare chiaro - a posizioni generali (tipo Union Valdôtaine Progressiste), che hanno loro strumenti per esprimere "linee ufficiali". Ciò detto, però, credo che sia bene, anche in spazi collettivi e non solo in quelli personali, che la libertà d'opinione resti caposaldo importante nel confronto sugli argomenti e sui comportamenti, altrimenti si fa la "Pravda" (così si chiamava il giornale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica). Evitando sempre e dappertutto, ma questo dovrebbe essere ovvio, insulti, cattivo gusto e cattiverie fuori luogo. Chi lo fa si squalifica da solo e, se gode delle sue imprese, è perché inconsapevole del boomerang azionato. Dunque, fino a esaurimento fisico e intellettuale (perciò mi auguro il più tardi possibile) ma anche finché avrò piacere di farlo, non perderò la buona abitudine di un pezzo al giorno, da pubblicare all'alba, come da risveglio antelucano. Con il vantaggio che è il lettore, sua sponte, a scegliere se venire qui a leggere quanto viene scritto. Da parte mia garantisco di non tenere conto, come sempre, del cartello con la scritta "non disturbate il manovratore".