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08 set 2025

Culle vuote e molti anziani

di Luciano Caveri

Avendo tre figli, credo di aver adempiuto a sufficienza al mio compito a favore della natalità, pur non comparabile alla numerosità di figli delle precedenti generazioni (mio padre aveva sette fra fratelli e sorelle!). Ma i comportamenti soggettivi non celano la realtà del disastro demografico in Occidente e anche  in Valle, dovuto alla "crescita zero", che ci avvicina al crollo ineluttabile della "piramide rovesciata". Piramide che ormai poggia su un'esile cuspide all'ingiù, composta da una gioventù in grave minoranza e una maggioranza, sospesa per aria e con anziani sempre più numerosi e con crescente - per fortuna - probabilità di vivere più a lungo.

Più volte ho segbalato le culle sempre più vuote in Valle d’Aosta nel solco di una tendenza simile in tutto l’Occidente. Un fuoco di paglia c’è stato la settimana scorsa nella Maternità valdostana con 8 bimbi nati in 12 ore!

Le già ridotte nascite del recente passato si sono ulteriormente ridotte nel 2024 su questa cifra di 613 bambini, ben 92 in meno rispetto all’anno precedente, dimezzandosi quasi rispetto al 2014 (con mediamente un 20% di chi partorisce da noi ma non ci abita) e non mi infilo su tassi di natalità del passato elevatissimi rispetto ad oggi.

Sono dati molto preoccupanti, che spingeranno a osservazioni ripetibili del tutto simili: più soldi e più servizi alle famiglie per aiutarli nella scelta di avere dei figli.

Chi mi segue sa che ho non a caso promosso uno studio effettuato dalla Università Cattolica di Milano, che si è proiettato sui decenni a venire con cifre che peggioreranno ancora con una popolazione valdostana sempre più vecchia con ripercussioni varie. Mancheranno professionalità e lavoratori in settori chiave con riflessi su imprese e attività pubbliche, la contrazione dell’economia diminuirà le risorse regionali, avremo anziani da accudire in numero enorme, si crea il rischio di una immigrazione non regolamentata che stravolga la società valdostana in tempi rapidi.

Intendiamoci: non si tratta di una paura verso i cambiamenti, che fanno parte della storia millenaria del territorio valdostano. Ma oggi quanto si prospetta prevede un impoverimento umano e riflessi evidenti anche sull’assetto futuro delle Istituzioni della nostra Autonomia.

La comunità per avere un futuro deve avere risorse umane e già oggi alle culle sempre più vuote si aggiunge il numero di giovani valdostani che scelgono legittimamente di vivere altrove nel mondo.

Comunque sia, basta guardare la riduzione degli studenti per capire come il "degiovanimento" (riduzione dei giovani) sia un effetto palpabile e non sto a rimarcare - perché ci vorrebbe troppo spazio - come la capacità di un Paese di creare ricchezza dipenda anche dal suo andamento demografico, per non dire dei problemi pensionistici che peseranno sempre più come un macigno

Al di là delle dispute politiche sul tema, sarebbe saggio avere una vasta condivisione, visti dati e la loro drammaticità, in analisi non solo accademica sulle ragioni più profonde che spingono a non avere figli

. Il quadro desolante va combattuto e - lo ripeto - non è solo con i soldi e con i servizi alla famiglia, che si combatte la denatalità.

Intendiamoci: ogni misura in questo senso è utile, ma esiste qualcosa di più profondo, che riguarda la psicologia delle coppie che scelgono di non avere figli o di posticipare la nascita con la scelta di un solo bambina. Un fenomeno sociologico da approfondire, sapendo che senza contromisure sarà il deserto demografico.