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07 giu 2012

Olivetti, addio

di Luciano Caveri

Come un fiore a cui pian piano vengano tolti tutti i petali, chiude un altro pezzo di "Olivetti", quello delle stampanti e fax, per decisione della "Telecom Italia", oggi proprietaria del marchio e delle residue attività industriali. La società, visto il declino del mercato, alla fine ha deciso di cessare le attività e cedere la sua controllata Olivetti i-Jet con, come conseguenza, la chiusura dello stabilimento di Arnad, che si occupava di prodotti della tecnologia "a getto d'inchiostro". Quella fabbrica, nelle sue diverse evoluzioni, dentro quello stabilimento che fu costruito in seguito ad un accordo fra Regione e il gruppo tessile "Carminati", era rimasto l'ultimo baluardo di un legame assai stretto fra "Olivetti" e Valle d'Aosta. Dovessimo cercare un "fil rouge" di una storia finora mai scritta fra la nostra Valle e la grande fabbrica di Ivrea dovremmo anzitutto far ruotare la questione attorno alla figura poliedrica di Adriano Olivetti e partire da quel Piano regolatore della Valle d'Aosta, elaborato nel 1936-1937, posto nel solco dell'architettura razionalista, per immaginare una sviluppo della Valle contro la logica di una zona individuata come solo bacino di forza lavoro. Per poi, nel dopoguerra, esaminare - nell'interazione con il vicino Canavese - che cosa volesse dire, negli anni Cinquanta, avere Ivrea a due passi, quando era centro nevralgico dell'innovazione tecnologica italiana ed internazionale, e la società aveva 24mila dipendenti.  Questo ha significato che molti valdostani erano pendolari verso Ivrea per lavoro ma anche per studio o che altri si spostavano definitivamente per lavorare nel "Gruppo" oppure vi è anche il caso di famiglie valdostane di agricoltori che sostituirono i canavesani che lasciavano le cascine della zona.  Vi è poi una lunga fase che parte dal 1960, quando Adriano Olivetti muore prematuramente e il suo progetto federalista di "Comunità" declina lentamente, e la Valle d'Aosta continua ad avere un processo di osmosi che culmina negli anni Ottanta con la nascita di un accordo nel 1988 fra la nostra Regione e l'Olivetti con la nascita di "In.Va.", che doveva essere "strumento di sistema per il settore pubblico della Regione Autonoma Valle d'Aosta, fornendo soluzioni globali nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni (Ict - Information and communication technology)". Diverse iniziative nascono, direttamente o indirettamente in Valle, tipo la sciagurata operazione "Tecdis" a Chatillon. Gli anni Novanta segnano la svolta per "Olivetti", con grandi intuizioni come la telefonia mobile e Internet, ma i nuovi proprietari non nascondono ambizioni puramente finanziarie e l'azienda viene spezzettata, smembrata e si assiste a quell'agonia che oggi porta anche alla chiusura di Arnad. Un giorno - non nelle "pillole" qui proposte - qualcuno potrà scrivere di questo lungo legame fra Valle d'Aosta e Canavese nel segno di quella "Olivetti" che fu.