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10 apr 2023

L’orso come simbolo d’incomprensione

di Luciano Caveri

Ho seguito con orrore, avendo scritto più volte sul tema, la vicenda dell’orso che ha sbranato un povero ragazzo trentino appassionato di montagna, che ha avuto il solo torto di farsi una corsa su di una strada vicina a casa sua. Il caso vuole che sull’espansione dell’orso, non molto tempo fa, scrissi quanto ripubblico, dopo l’ennesima aggressione: “Oggi ci sono in Trentino un centinaio di orsi e secondo la Provincia negli ultimi 5 anni c’è stato un trend di crescita annuo medio pari al 12% della consistenza della popolazione. Nel 1999, per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione, il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha dato avvio al progetto europeo - anche in questo caso! - Life Ursus, finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia. Grandi studi per spiegare la convivenza facile, peccato i tassi di riproduzione che sono quelli già descritti e che l’orso, con questo trend, come avvenuto con il lupo, tornerà piano piano su tutte le Alpi. Scelta nobile, ma sarebbe bene capire se l’espansione sarà - come sta capitando con il lupo - infinita”. Scappatoci il primo morto, ho pubblicato questo Twitter: “Trentino, tracce di sangue e di lotta nel bosco: è stato un orso a uccidere il runner. Si è atteso troppo a Roma, malgrado le richieste delle Province autonome, per capire la pericolosità di un eccesso di certi predatori in zone alpine popolate!”. Cui ne è seguito un secondo: “Trovo incredibile che un etologo sul Corriere, commentando la morte di un giovane sportivo ucciso da un orso in Trentino, sostenga “bisogna imparare ad avere rispetto”. Naturalmente dell’orso, non del runner che correva in montagna.”. Infine ho scritto: ”La conferma dall'autopsia: il giovane Andrea Papi è stato ucciso da un orso - Per chi pensava ad un infarto del runner nella logica da cartone animato di Yoghi e Bubu”. Pubblico ora alcune reazioni a quanto ho scritto, credo con equilibrio ed educazione. Cominciamo con questo signorile interlocutore: “E allora cosa facciamo? Li abbattiamo tutti così che 4 pirla possano andare a correre nei boschi? Ma brutto Minus habens ti è emigrato anche il mononeurone?”. Ecco lo scettico iniziale: “Se è vero che gli attacchi letali di orsi all'uomo sono stati 4 in 150 anni (4 in 150 anni!!!), non potrebbe essere andata diversamente, per esempio che il povero runner abbia avuto un infarto e solo dopo un animale selvatico (orso o altro) abbia infierito? Aspetterei a parlare..”. Gli risponde un interlocutore più informato: ”Solo in Romania dal 2000 al 2015 si sono registrare 11 vittime da orso, altro che 5 in 150anni in Europa! Storpiare così i dati è dolo infame”. C’è chi la butta in politica, dandomi del destrorso. L’orso è evidentemente considerato di sinistra: “Trovo incredibile che gli esponenti dei partiti di destra che odiano la fauna selvatica sparino sentenze prima dell'accertamento dei fatti”. Avanti con l’animalista filosofo: “Noi esseri umani siamo antropocentrici, rubiamo spazio alle altre specie cementificando e creando aree agricole. Entriamo nell’area (piccola) di un animale, lo spaventiamo perché non siamo in grado di gestirlo, lui giustamente reagisce e noi lo uccidiamo”. Ecco un altro genio: “Quindi quale è la sua soluzione? Sterminare gli orsi? Ed invece per tutti i runner uccisi dalle macchine ogni giorno cosa vuole fare?”. Non male anche il benaltrista: “Propongo lo sterminio di tutte le vipere che con i circa 150 morsi all'anno provocano in media un decesso/anno ed anche la distruzione di tutte le api/zanzare/calabroni/vespe che in media uccidoni 10-20 persone ogni anno”. L’insultante con variante dialettale: “Beh si l'orso d'altronde è un essere senziente, l'orso può capire che se trova un runner lo deve lasciare ij pace. A lucià sei un genio”. Il comprensivo: “È stato ucciso dall'orso è accertato. Gli orsi fanno gli orsi, non ci si può aspettare che facciano le mammole. Noi dobbiamo poterci difendere e forse stare più attenti ad uscire da soli”. Dalla parte dell’orso e non del morto: “Tra i due quello fuori posto era il runner non certo l'orso. Da sempre nei boschi ci sono animali selvatici. Come dire che per evitare che un sub incontri degli squali durante una nuotata sarebbe meglio ucciderli tutti. Giusto fare delle aree protette per gli animali selvatici”. Pubblico una replica che lo ha stecchito: “Guarda che nei boschi del trentino l'orso è stato introdotto 20 anni fa. Facciamo che dove vai tu al mare introduciamo lo squalo ....”. E un altro ricorda: “Civiltà significava sicurezza dalle bestie feroci. Adesso si capovolge il concetto”. Concludo con chi, per difendere l’orso, la butta sul sociologico: “Vatti a fare un giro in Trentino non in vacanza e vedrai che bella gente che gira.....”. Veramente il top della stupidità: la colpa sarebbe del popolo Trentino! Trovo poi in queste ore la perla di un vero e proprio deficiente: ”C'è il dna del peloso delinquente più volte denunciato per molestie sessuali e vilipendio. Un vicino di albero: "Negli ultimi tempi odiava i salutisti". Spunta intanto la pista anarchica. E il questore rivela: "L'orso cerca il miele, ma non solo" “. Non ho parole, fa pure lo spiritoso ed è solo la punta di un iceberg di chi, incolto e distante dal conoscere le montagne, considera i montanari degli intrusi. È una storia triste ma significativa del l’abisso creatosi fra la montagna e la pianura, specie con le grandi città. In troppi - con punte fra animalisti ignoranti e ambientalisti integralisti - concepiscono la montagna come un loro parco di divertimento con i montanari come semplici figuranti, se non inutili presenze rispetto all’idea balzana di una natura “selvaggia”. Stupidaggine che fa il pari con chi critica la “visione del mondo antropocentrica”, svilendo noi esseri umani come se dovessimo farci comandare da orsi, lupi, tassi, marmotte o chissà chi altro e ciò avviene nel mondo incantato ma fittizio dei cartoni della Disney. Il mondo animale è crudele e competitivo, farne la culla del candore e della bontà è una falsificazione tutta umana.