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26 gen 2015

Quando il Papa parla

di Luciano Caveri

Appena ho letto la frase di Papa Bergoglio, detta ai giornalisti sull'aereo al rientro dalla Filippine, ho pensato a quanto questo Pontefice non abbia paura di esporsi: «Io credo che il numero di tre per famiglia sia quello che gli esperti ritengono importante per mantenere la procreazione, tre per coppia. Per questo la parola chiave per rispondere è quella che usa sempre la Chiesa, e anche io: paternità responsabile. Come si fa questo? Con il dialogo, ogni persona con il suo pastore vede come fare quella paternità. L'esempio che ho menzionato di quella donna che aspettava l'ottavo figlio e ne aveva sette nati con il cesareo: questo è una "i-r-r-e-s-p-o-n-s-a-b-i-l-i-t-à". Lei mi ha confidato: "Ma guarda io non ho i mezzi". "Sii responsabile", ho risposto. Alcuni credono, scusatemi la parola, che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile. E per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, gli esperti, i pastori. Si cerca... E io conosco tante vie di uscita, lecite, che hanno aiutato a questo problema».

Mi sono ricordato di quelle strofe di "Generale" di Francesco De Gregori, che così recita, con molta umanità e potrebbe essere una storia valdostana: "e in mezzo al prato c'è una contadina, curva sul tramonto sembra una bambina, di cinquant'anni e di cinque figli, venuti al mondo come conigli, partiti al mondo come soldati, e non ancora tornati". Mi è venuta poi in mente in mente una bella intervista dell'ottobre scorso che il mio amico cuneese Massimo Monetti ha fatto per il giornale "Dragone" a Padre Federico Lombardi, originario della cittadina di Dronero, dove torna in vacanza, che è stato il portavoce di Papa Benedetto XVI e ora lo è ancora di Papa Francesco. Ecco cosa dice, rispondendo alla domanda sui due Papi a confronto: «Esiste una sostanziale continuità tra il servizio pastorale di Papa Benedetto XVI e quello di Papa Francesco. Però ogni Papa ha la sua personalità. Benedetto è un grande intellettuale, un uomo di profondissima cultura. Francesco, uomo dotto e profondo, è naturalmente un pastore, con un rapporto diretto verso le persone, molto efficace e comunicativo. Benedetto ha testi di una profondità non facile da cogliere nell'immediato. Francesco ha testi più efficaci, semplici e concreti, arricchiti da un carisma pastorale diretto. Benedetto richiede un profondo impegno ed una profonda cultura per godere la ricchezza delle sue tesi. Francesco ti arriva addosso con frasi dirette, che ti scuotono. Benedetto è stato più sistematico nella sua attività pastorale, Francesco è più libero e ci tiene a dimostrarlo costantemente. Francesco risponde alla chiamata dello Spirito Santo, quindi è meno prevedibile. Usa forme personali e dirette che vanno al di là del canale istituzionale». Poi, sempre rispondendo a Monetti, ha lasciato ai lettori qualche aneddoto: «Papa Francesco è una persona che è abituata a stupire, appena eletto scelse di abitare fuori dagli appartamenti pontifici, fu una scelta precisa e decisa che colse tutti di sorpresa. Su questa sua decisione la stampa fece molta dietrologia, ma le assicuro che erano solo teorie senza fondamento, Papa Francesco non chiese niente a nessuno, decise subito e da sé con chiarezza di vedute ed in modo piuttosto determinato. Alla base della sua decisione il concetto di prossimità, stare vicino ai propri collaboratori, stare al loro livello, ad incominciare dal luogo di vita. Recentemente, durante il viaggio in Corea, ha deciso, con grande immediatezza, di dar seguito alla richiesta di battesimo del papà di un ragazzo morto nella tragedia del naufragio del "Sewol" (naufragio avvenuto il 16 aprile 2014 nelle acque della Corea del Sud con la morte di 293 persone per la maggior parte studenti della scuola superiore "Danwon" di Ansan in gita scolastica, n.d.r.). Questa richiesta è arrivata di sorpresa, durante una visita in programma. Fatte le opportune verifiche con il Vescovo, questo papà è stato battezzato il giorno dopo, da Papa Francesco, nella Nunziatura con una cerimonia privata. Il desiderio di rispondere con prontezza, un tratto caratteristico del pontificato di Francesco». Tornando alla natalità, resta un problema serio, quello del rifiuto della Chiesa di quei metodi contraccettivi di uso comune, come la pillola e il preservativo (che tra l'altro, specie nel Sud del mondo, è unico argine alla diffusione di malattie come l'Aids). Papa Bergoglio, nel brano riportato all'inizio, parla in sostanza di quei "metodi naturali", che sappiamo essere fallaci o troppo complessi per un uso comune, specie se si vuole fissare l'evocata soglia dei tre figli... E' uno di quei tabù che prima o poi la Chiesa dovrà affrontare e qualche spiraglio nella dottrina della Chiesa sulla natalità viene aperto proprio dalle citate dalle affermazioni di Bergoglio.